LE DRACONIDI DI OTTOBRE
 Enrico Stomeo   ( UAI-Sezione Meteore )

 [ Tratto da ASTRONOMIA UAI  n. 5, settembre-ottobre 1998 ]

 

Abstract: Draconid activity is significant only in the years in which the associated comet Giacobini-Zinner is near perihelion. In the past (1933, 1946 and 1985) the stream has shown outbursts, which are believed to be originated from the planetary perturbations.
Observing conditions for the Draconid meteor stream on October 8, 1998, are favourable for Europe and the time of maximum is expected for 21h TU, with the radiant high above the horizon and moonless.  There is an effective possibility that the shower might give enhanced activity this year, above all from the fresh dust components near the parent comet.  It is strongly suggested to observe from evening twilight.

Il prossimo 21 novembre la cometa P/Giacobini-Zinner sarà nuovamente al perielio dopo 6,6 anni e la Terra l'8 ottobre si troverà a passare come ogni anno sul nodo dell'orbita cometaria.
L'eccezionalità della circostanza sta nel fatto che il prossimo ottobre la Terra passerà a sole 0.038 UA, per cui sussiste una buona probabilità di incontrare delle concentrazioni di meteoroidi, espulsi dalla cometa durante i suoi precedenti transiti, e non ancora sparpagliati in modo omogeneo lungo tutta l'orbita.
Nella tabella 1 sono riassunti gli elementi orbitali della Giacobini-Zinner dalla sua scoperta ad oggi. Il perielio è molto vicino al nodo orbitale ed entrambi sono prossimi all'orbita della Terra. L'afelio è prossimo all'orbita di Giove e le perturbazioni di questo provocano notevoli variazioni dell'orbita circa ogni due rivoluzioni, dato che il periodo orbitale della cometa è circa metà di quello di Giove.

 

 
T
Peri
Nodo
Incl
q
e
a
Anno
Mese
Giorno
(°)
(1950.0)
(°)
(UA)
(UA)
-----
-----
-------
-------
-------
-------
-----
-----
-----
1900
nov
28,496
171,051
197,433
29,837
0,932
0,732
3,469
1907
=
=
=
=
=
=
=
=
1913
nov
2,567
171,486
196,366
30,747
0,976
0,721
3,494
1920
=
=
=
=
=
=
=
=
1926
dic
11,708
171,755
196,242
30,739
0,994
0,717
3,511
1933
lug
15,147
171,771
196,243
30,684
1,000
0,716
3,519
1940
feb
17,211
171,792
196,250
30,741
0,996
0,717
3,515
1946
set
18,486
171,811
196,293
30,727
0,996
0,717
3,515
1953
=
=
=
=
=
=
=
=
1959
ott
26,919
172,844
196,030
30,904
0,936
0,729
3,454
1966
mar
28,285
172,920
195,965
30,944
0,934
0,729
3,451
1972
ago
4,886
171,905
195,131
31,709
0,994
0,715
3,490
1979
feb
12,920
171,972
195,070
31,700
0,996
0,715
3,490
1985
set
5,257
172,490
194,706
31,878
1,028
0,708
3,516
1992
apr
13,228
172,521
194,682
31,828
1,034
0,706
3,523
(2000.0)
1998
nov
21,317
172,543
195,398
31,859
1,034
0,706
3,522

 

Lo sciame delle Draconidi (chiamate anche Giacobinidi), legato a questa corrente di meteoroidi, è uno sciame recente, osservato dopo la scoperta della cometa nel dicembre 1900. Due anni prima questa, passata nelle vicinanze di Giove, era stata fortemente perturbata nel suo equilibrio orbitale, riducendo la distanza perielica da 1,22 UA a 0,93 UA, e aveva eiettato probabilmente una consistente quantità di particelle.
Negli anni seguenti alla scoperta, fu predetta la eventualità che ci fosse uno sciame associato, con un radiante teorico in Draco, attivo verso il 10 ottobre. Tolta però qualche meteora osservata intorno al 1913, permase qualche dubbio sull'attività di questa pioggia.
Nel 1926 il radiante invece fu decisamente confermato da un buon numero di Draconidi, parecchie delle quali molto luminose.
Nella tabella 2 e nel grafico sono riassunti per ogni passaggio al perielio i dati più significativi degli incontri tra la Terra e la cometa. I dati sono stati in parte pubblicati da Yeomans nel 1985 nel "The comet Giacobini-Zinner Handbook".

Anno  Ottobre   Radiante    Nodo    HR      (Lo)
1900  10.519  263.8 +50.0  197.433  0
1913  09.767  262.2 +53.3  196.366  0
1920  09.515  262.1 +53.4  196.317
1926  09.981  261.9 +54.1  196.242  15-20
1933  09.767  261.8 +54.3  196.243  5400  (196.302)
1939  10.323  261.9 +54.2  196.250  0
1940  09.576  261.9 +54.2  196.250  0
1946  10.157  262.0 +54.2  196.293  6400  (196.292)
1952  09.648  262.2 +54.0  196.240  250   (196.241)
1953  09.897  262.2 +54.0  196.240  0
1959  10.224  264.8 +52.1  196.030  0
1966  09.954  264.9 +52.0  195.965  0
1972  08.650  261.2 +55.4  195.131  40
1978  09.117  261.2 +55.5  195.070  15
1979  09.379  261.2 +55.5  195.070  0
1985  08.549  260.6 +57.1  194.706  800   (194.612)
1992  08.318  260.8 +57.3  194.682  0
1998  08.876  261.0 +57.4  194.701

Nella tabella sono indicati nell'ordine le coordinate equatoriali del radiante, il valore di longitudine solare (Nodo) prevista per il momento del picco massimo di attività (corrispondente al nodo discendente della cometa), e il tasso orario di meteore (HR) registrato laddove fu osservata una attività. Tra parentesi sono anche riportati alcuni valori di longitudine eclittica del massimo realmente osservato. Questi mostrano che l'orbita dello sciame differisce di poco da quella della cometa e che non sempre il massimo avviene al nodo.
Nel 1933 e nel 1946 ci furono due vere e proprie tempeste di meteore, tra l'altro tra le più grosse di tutto il secolo.
Nel 1933 in Europa occidentale ci fu un vero e proprio diluvio di meteore. Gli osservatori più esperti, visto l'alto numero di stelle cadenti, si organizzarono in conteggi individuali, valutando tassi di 100-300 meteore per minuto.
In concomitanza con il ritorno della cometa nel 1946 ci fu una nuova tempesta di meteore, ancora più cospicua della precedente. In questo caso il successo fu maggiore anche perchè, oltre alla sorveglianza visuale, furono utilizzate tecniche nuove, come la fotografia e l'osservazione radio. Ci furono rapporti impressionanti, tipo quello di oltre 200 Draconidi fotografate in 4 ore, oppure di una singola posa fotografica di 13 minuti con ben 29 tracce meteoriche impressionate. Con le tecniche radio si potè registrare la frequenza anche delle meteore più deboli, più numerose nella fase di pre-massimo.
Nel 1946 fu possibile ipotizzare una struttura dello sciame fatta a più strati, attraversati dalla Terra in anni differenti, causata sicuramente dalle perturbazioni planetarie. Uno studio di Yevdokimov sulla componente tangenziale delle velocità di eiezione dalla cometa mostrò che la maggior parte della quantità di materia delle meteore osservate nel 1946 era stata eiettata dalla cometa nel 1940, e che questa dal 1939 al 1946 aveva espulso più del 17% della sua massa.
Nel passaggio al nodo del 1952, parecchio prima che passasse la cometa, i tassi orari risultarono più contenuti, e ciò fece apparire chiaramente che le nubi di particelle si erano disperse e che la densità dello sciame si era fortemente ridotta.
Nel 1956-57 la cometa fu nuovamente perturbata da Giove, facendo sì che il nodo tornasse a intersecare il piano eclittico all'interno dell'orbita terrestre, ma nel 1958-59 l'attesa nuova tempesta di meteore non si fece vedere.  
Ad ogni modo anche se le nubi meteoriche responsabili delle tempeste del 1933 e del 1946 si fossero di fatto già disperse, è probabile che nuovi strati di corpuscoli si fossero formati durante i successivi passaggi della cometa.
Nel 1972 durante un vicinissimo incontro (0.0007 UA) con la Terra, le Draconidi furono viste nuovamente attive, anche se grazie soprattutto a meteore di debole luminosità. Il numero delle meteore non fu ad ogni modo all'altezza dei precedenti exploit.  

 

 

Per renderci meglio conto della geometria degli incontri della Terra con l'orbita della Giacobini-Zinner basta osservare il grafico che considera un sistema di coordinate centrate sul nucleo della cometa.
L'asse X riporta la distanza in giorni (dt) tra la Terra, quando è al nodo, e la cometa nella sua orbita, e l'asse Y indica la differenza (C-E) tra le distanze eliocentriche della cometa e della Terra al nodo.
Per ogni passaggio al perielio si viene a determinare la posizione della Terra, quando questa transita al nodo.
Quando (dt) è negativo la Terra arriva al nodo prima della cometa e quando (C-E) è negativo questa interseca il piano orbitale fuori dell'orbita della cometa.
Con dimensione maggiore sono riportate le annate in cui si è verificata una più cospicua attività, come nel 1933, 1946, 1985 e in tono minore nel 1926, 1952, 1972, 1978.
Nel 1985 la Terra si è trovata a incrociare regioni all'interno dell'orbita cometaria, che non erano mai state esplorate prima. Questa volta fu fortunato il Giappone che testimoniò un ragguardevole outburst di 4-5 ore.
Sempre dal grafico emerge che dal 1900 in poi la Terra risulta aver esplorato differenti regioni di spazio in vicinanza della cometa e il livello del numero delle meteore osservato ci ha mostrato in qualche modo come sono distribuiti i meteoroidi.
La conclusione che ci interessa, anche per le future previsioni, è che quasi tutti i meteoroidi sono stati trovati verso il Sole rispetto alla cometa e dentro l'orbita cometaria (C-E piccolo e positivo), e che la densità meteorica maggiore è stata rinvenuta quando la Terra seguiva da vicino la cometa.
Nel 1998 la Terra passerà al nodo orbitale 50 giorni prima della cometa ed esplorerà una zona a 0.0383 UA all'interno dell'orbita cometaria. Sarà una regione di spazio che, stando alle statistiche del passato, non dovrebbe dare grosse sorprese, ma che comunque tutt'ora non è conosciuta. La Terra inoltre potrebbe incontrare nuove nubi di corpuscoli emessi con i recenti ritorni della cometa.
La notte 8-9 ottobre il radiante delle Draconidi (poco a nord della stella beta DRA) sarà osservabile dal crepuscolo serale fino all'alba, alto oltre 60° dopo il crepuscolo e via via con minore altezza sull'orizzonte fino a mattina. Purtroppo il chiarore della Luna dalla parte opposta della volta celeste comincerà a disturbare decisamente le osservazioni dalla mezzanotte in poi.
Ipotizzando che il massimo avvicinamento dello sciame con la Terra avvenga al nodo discendente (195.398°), dovremmo vedere il maggior numero di Draconidi verso le ore 21 TU dell'8 ottobre. Alcuni autori, tenuto conto di tutte le perturbazioni gravitazionali, hanno indicato anche la possibilità che il massimo anticipi di qualche ora.
Le condizioni sono perciò essenzialmente favorevoli per le nostre postazioni. Non dovremo però aspettarci un grande spettacolo, soprattutto perchè questa volta arriveremo all'appuntamento prima della cometa.
Ad ogni modo sarà importante confermare anche che lo sciame non è stato attivo.

BIBLIOGRAFIA
AA.VV., ALMANACCO UAI 1998
AA.VV., BAA Handbook 1985, 1992, 1998
Langbroek M., WGN 1, 37-39 (1997)
Masden B., Catalogue of Cometary Orbits, 1979
Spalding G., BAA Journal 5, 211-212 (1985)
Yeomans D., The comet Giacobini-Zinner Handbook, 1982
Yevdokimov Y., Smithsonian Contr.Astrophysics Vol.7, 297-298 (1963)