La prima relazione è stata tenuta da Maura Tombelli che ha ripercorso il cammino e l'attività
di ricerca nel campo asteroidale e cometario utilizzando sia i telescopi Schmidt dell'Osservatorio di Asiago sia
strumentazione propria. Il racconto ha anche voluto rendere omaggio al Prof. Beppe Forti (presente in sala la Sig.ra
Forti, invitata per l'occasione) che ha sempre sostenuto e guidato questa fruttuosa attività di ricerca.
Una attività per certi aspetti superata, essendo stata basata sull'uso delle lastre fotografiche, ma che
ha fatto scuola e che lascia ancora il segno oggi nell'utilizzo della tecnica digitale.
Il secondo intervento, di Enrico Stomeo (Sezione Meteore), ha illustrato l'evoluzione delle tecniche osservative
e gli enormi progressi raggiunti nell'osservazione di meteore e bolidi. La Sezione si avvale di una rete di stazioni
automatiche che riprendono il cielo ogni notte. La rete copre abbondantemente il Nord Italia, con collaborazioni
anche nelle vicine Croazia, Slovenia, Austria e Svizzera. La diversa dislocazione delle
postazioni consente di determinare con precisione la traiettoria reale dei bolidi e quindi di calcolarne l'orbita.
Si auspica che la rete possa essere ampliata nel centro-Sud. Punto forte della Sezione è inoltre l'archivio
dati.
Andrea Boattini, che ora opera al Catalina Sky Survey, ha iniziato ad appassionarsi di comete con l'apparizione
della Halley ed ha sempre sognato di scoprine una. La ricerca svolta con i telescopi del Catalina si spinge ai
limiti e coglie spesso le comete sul nascere, ovvero quando iniziano a sviluppare una chioma. Dopo molte scoperte
mancate, in questi ultimi anni Andrea ha coronato il suo sogno scoprendo (fino ad ora) ben 11 comete, oltre ad
un numero enorme di asteroidi. I suoi due interventi, sabato e domenica, hanno illustrato sia l'aspetto inerente
la scoperta di comete, sia al metodo di lavoro e alla strumentazione del Catalina Sky Survey dove alla tecnologia
si aggiunge il fattore umano che in tempo quasi reale verifica e controlla gli oggetti
fino al limite della rilevabilità e modificando i programmi della nottata in caso di scoperta di NEA potenzialmente
pericolosi e che necessitano osservazioni accurate immediate.
Lorenzo Franco, ha presentato un bel risultato nato tra alcuni osservatori nazionali ed internazionali che hanno
osservato il NEA (159402) 1999 AP10 determinandone la curva di luce e il periodo di rotazione (7,9 ore), oltre
alle dimensioni, stimate intorno a 1,4 km. Al programma hanno partecipato anche strumenti di grandi dimensioni
(80 cm Val d'Aosta), ma anche tipici diametri amatoriali a dimostrazione che anche un piccolo
strumento, se ben utilizzato, puo' fare molte cose.
Fabrizio Bernardi (NEODyS e AstDyS, Pisa) ha affrontato tematiche generalmente poco note ai non professionisti
e molto interessanti. Ha illustrato come le varie fonti di errore, o anche la mancanza di informazione sull'errore,
contribuiscano a rendere meno affidabile la determinazione delle orbite, e quindi anche le
previsioni di possibile impatto di un oggetto con la Terra. I formati dell'invio delle osservazioni, a 80 colonne,
attualmente utilizzati derivano ancora dai vecchi sistemi a schede perforate e necessitano di essere rinnovati.
Su questo sta lavorando a livello europeo il NEODyS . Ha inoltre illustrato diversi altri
aspetti correlati agli impatti partendo dal Meteor Crater fino ai recenti impatti su Giove.
Luca Buzzi ha illustrato il nuovo programma T3, che si occupa di ricercare oggetti cometari nella popolazione asteroidale,
analizzando alcuni particolari parametri legati all'orbita. Il programma seleziona i candidati tra gli oggetti
reperibili al Minor Planet Center, e li propone all'osservatore.
Giannantonio Milani (Sezione Comete) ha illustrato l'approccio fotometrico sulle comete con l'utilizzo della quantità
Af[rho]. Il metodo, che richiede un buon pre-trattamento delle immagini, consente di analizzare in modo molto piu'
dettagliato, il comportamento di una cometa ricavando dati anche quantitativi, anche se l'analisi e interpretazione
dei dati richiede sempre cautela. Nella relazione di domenica ha invece illustrato il nuovo sito CARA, che e' in
fase di realizzazione a cura di Carlo Vinante. Inoltre ha illustrato i principali programmi futuri, tra i quali
la campagna sulla cometa 103P che sarà esplorata da vicino in autunno dalla missione DIXI (continuazione
della missione Deep Impact). Il progetto CARA ha già contribuito alla la missione
Deep Impact e l'occasione è quindi di proseguire in questa ulteriore collaborazione con la missione DIXI.
La cometa andra' seguita da primavera di quest'anno, fino a quando sarà osservabile nel prossimo anno.
Roberto Trabatti ha completato l'intervento della Sezione Comete mostrando alcuni nuovi strumenti ancora in via
di sviluppo, da implementare nel programma Winafrho e volti a contestualizzare la cometa nel Sistema Solare
(rappresentazione 3D in scala e condizioni geometriche) oltre a generare un modello di coda nel quale si possono
tracciare i profili utilizzano diversi parametri per i grani di polvere da poter confrontare con le immagini reali
di comete.
Marco Fulle (Osservatorio di Trieste INAF) ha parlato delle problematiche correlate alla missione Rosetta e alla
determinazione dell'ambiente che potrà incontrare il lander, cosa che condiziona pesantemente la scelta
della traiettoria di atterraggio. Il problema è determinare la produzione di gas e polveri quando la cometa
sarà intorno a 3 U.A. In questo sono stati incrociati dati ottenuti con diversi metodi, compresi i dati
fotometrici CARA. I risultati sono oggetto di un articolo appena sottoposto per la pubblicazione.
Silvano Casulli (Osservatorio Vallemare di Borbona), osservatore storico del GIA e primo astronomo dilettante al
mondo ad effettuare una misura astrometrica su immagini digitali, continua ad occuparsi di asteroidi. Non
solo ricerca di nuovi oggetti ma fotometria mirata a ricavare i periodi di rotazione. Il programma asteroidale
richiede in questo caso sessioni dedicate ad un oggetto per volta per molte ore. Si è pensato quindi di
utilizzare le stesse serie di immagini per ricercare stelle variabili rapide. Il programma ha già permesso
di scoprire diverse stelle pulsanti e ad eclisse. Un modo straordinariamente efficace per aumentare la quantità
di
risultati scientifici dalle proprie osservazioni.
Gian Paolo Tozzi, (osservatorio di Arcetri INAF) ha mostrato alcune novità e ricerche recenti. Dalla emblematica
cometa C/2010 A2, che apparentemente è entrata in collisione con un asteroide ma che è ancora fortemente
enigmatica, a studi polarimetrici sui nuclei cometari condotti da terra con i più grandi telescopi.
Enrico Prosperi, ha illustrato la sua postazione osservativa e le soluzioni adottate per ottimizzare ed automatizzare
le osservazioni. Attualmente le osservazioni sono condotte in modo automatizzato e questo consente di raccogliere
un gran numero di immagini. Grazie a queste innovazioni nel periodo di fine anno è risultato l'astrofilo
italiano che aveva inviato il maggior numero di misure astrometriche di asteroidi e comete.
Gianni Galli (Sezione Asteroidi) ha presentato i servizi FUAP e critical list della Sezione Asteroidi, due efficaci
strumenti che aiutano gli osservatori ad identificare gli oggetti piu' interessanti o sui quali c'e'
maggiore richiesta di dati di posizione.
Sergio Foglia (Sezione Asteroidi) ha presentato il CFUAP, altro servizio offerto dalla Sezione Asteroidi, per selezionare
gli oggetti di tipo cometario che necessitano di osservazioni. Normalmente molta attenzione viene data alle comete
piu' luminose, o meglio posizionate in cielo, trascurando altri oggetti importanti.
Come bilancio complessivo è stato una importante occasione di incontro e arricchimento personale, sia a
livello umano che scientifico, tra gli astrofili che condividono le tematiche inerenti ai corpi minori e che operando
in molti casi ad elevato livello scientifico. La scelta di ampliare il meeting dalle sole comete ai corpi minori
si è rivelata vincente.
Rilevante e importante la partecipazione di professionisti che hanno permesso di avere informazioni dirette sulle
tematiche vive piu'interessanti.
La cornice di Arcetri e la splendida ospitalita' offerta dall'Osservatorio e da Gian Paolo Tozzi hanno contribuito
al buon successo dell'iniziativa. |