Il bolide di Trenzano ebbe dimensioni piuttosto notevoli, visto che la sua caduta ha avuto molti testimoni.
Quel 12 Novembre del 1856 alle 16 del pomeriggio la giornata era piovigginosa e il signor Ragazzoni si trovava
con degli amici sul Colle Beato presso Brescia, quando all'improvviso udì uno scoppio, come di artiglieria,
seguito da un forte rimbombo, che molte persone attribuirono allo scoppio di un fulmine.
Ritornato a Brescia il Ragazzoni interpellò diverse persone per conoscere l'esatta natura dello scoppio,
ma senza successo. Il giorno dopo il signor Giacomo Uberti portò un frammento di pietra al Ragazzoni, informandolo
che proveniva dalla pietra caduta presso Trenzano, un paese a 8 miglia sud-ovest di Brescia, il 12 novembre alle
ore 16 del pomeriggio.
Subito il Ragazzoni si recò a Trenzano con l'Uberti e quando arrivarono sul luogo della caduta gli mostrarono
altri due pezzi della meteorite, una di 10 libbre (circa 3.5 kg) e l'altra di circa 7 libbre (circa 2.45 kg).
Il pezzo più grosso era caduto sopra un letamaio, il più piccolo vicino ad un giovane cacciatore,
mentre era a caccia.
La meteorite era penetrata nel suolo per circa un metro ed estratto dal foro dopo parecchio tempo il frammento
era ancora caldo. Un altro pezzo era caduto vicino ad un fosso, altri frammenti caddero nei campi vicini, ma questi
non vennero mai rinvenuti, anche se quando caddero si udirono tre fragorosi scoppi.
Il signor Antonio Venturi di Brescia informò il professor Curioni dell'Istituto Lombardo di Scienze della
caduta del bolide e fornì altre notizie sul peso del pezzo più grande, che era di circa 17 libbre
(5.95 kg) e che sembrava che i frammenti fossero caduti con un angolo di circa 45°. La direzione del bolide
non venne identificata. |